Buon pomeriggio!
Continuiamo la nostra passeggiata ad Ibla...
Qualche anno fa, accompagnati dal Sig. La Terra, uno
scrittore appassionato della sua amata Ibla, abbiamo percorso
i vecchi sentieri, quasi scomparsi, le viuzze e le scalinate che si
perdono nei vicoli , del piccolo borgo. Mentre i turisti si fermano
quasi sempre in Piazza, nel Duomo di S. Giorgio , noi abbiamo
scelto di seguire la storia antica....quel poco che ne rimane.
Vi abbiamo mostrato, nei diversi post, man mano il nostro
percorso. L'ultima volta ci eravamo fermati in via Ottaviano...
Seguendo la strada, ci troviamo all'uscita di Ibla...
I carrubi ,dal pendio sottostante si affacciano sulla strada...
Nella cartina, vedete il nostro percorso di oggi a partire dalla
Chiesa del SS. Trovato, percorriamo la
via Avv. G. Ottaviano , seguendone a piedi i tornanti...
Dal primo tornante, vicino al parcheggio , guardiamo le colline ,
ultime propaggini dei monti Iblei..la strada che si vede ,dopo
la Stazione Ferroviaria di Ibla , collega Giarratana , passando
per la Diga di S. Rosalia.
Il letto del fiume Irminio, ormai di modesta portata si
snoda fra i pochi alberi sulla destra...
Pensate che anticamente era navigabile e vi era stata
costruita, dal lungimirante Barone Arezzo, una filanda che
dava lavoro a tante famiglie del luogo. Nel fiume si poteva
anche pescare...
Il Sig. La Terra ci fa notare, continuando la passeggiata, quasi
nascosto dalla folta vegetazione , un antico sentiero pedonale
che collegava il paese alla Ferrovia e veniva usato anche dai
mercanti che arrivavano dalle zone vicine e dai contadini per
andare nei loro campi. Anche il materiale da costruzione, pietre e
legname veniva trasportato ...immaginiamo quindi che il sentiero
doveva essere più ampio...
L'antica stradina percorsa dai carretti...
Abbiamo percorso la strada comunale S. Antonio (secondo
tornante sulla mappa) e siamo arrivati ad un bivio...
La strada che un tempo collegava Ibla ai paesi vicini,
emerge dall'asfalto della comunale. Con i miei fedeli jeans e
sneakers comodissime ascolto il Sig. La Terra sulla prossima
meta: La grotta di Santa Sofia.
Che spettacolo i fichidindia...
Ci inoltriamo sul sentiero, fra acetosella e carrubi...
e un preoccupante abbaiare di cani di una fattoria nella zona.
Respiriamo profumi di fiori e di ...verde...
Seguiamo il sentiero , che il Sig. La Terra conosce molto bene.
Ci racconta che , da ragazzino, negli anni '50, ci veniva a
giocare con gli amici e spesso arrivavano fino al fiume...
Giunti alla grotta guardiamo il panorama a sinistra, il sentiero...
E a destra, in lontananza l'Ospedale , costruito per volere
della Principessa Maria Paternò Arezzo .
L'entrata della grotta, quasi sepolta dalla vegetazione.
"Una piccola grotta scavata dall'uomo all'incirca nel '400.
La grotta fu utilizzata fino al 1500 come oratorio di
Santa Sofia, santa orientale la cui effigie era riprodotta
sulle pareti; il suo culto venne introdotto in Sicilia dai
Bizantini e antiche leggende dicono che nella grotta sono
sepolti tesori costituiti proprio di monete d'oro bizantine.
E sembra che proprio nella grotta Teodoro Belleo, tornato
da un lungo viaggio, fermatosi là a riposare e ripulirsi prima
di presentarsi a sua moglie, apprese da un altro viandante che
nel frattempo sua moglie , credendolo morto, si era risposata.
Disperato, il Belleo ripartì senza più fare ritorno ad Ibla."
-tratto da " Una Ragusa da Amare" M. Arezzo
Un antico lavatoio ormai inglobato nel verde...
Torniamo verso l'abitato , segnato dalla freccia arancio sulla
mappa..
Una bella passeggiata...
Immaginiamo altre persone nei secoli passati, camminare
su quelle stradine, ammirare le stesse colline, raccogliere il
miele prezioso e le carrube, le olive , le mandorle..
Magari ci torneremo...quando sarà possibile..
Vi abbracciamo ...
Carmela e Davide