Prosegue la pubblicazione in Blog della rubrica #LostArt ospitata anni fa da "Ispirazioninfiera" su Fb ...
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11a puntata - Il falò delle
vanità , Firenze ( 7 febbraio 1497 )
Il più famoso falò delle vanità
avvenne il 7 febbraio del 1497 quando in seguito alla cacciata dei Medici i
seguaci del frate domenicano Girolamo Savonarola
sequestrarono e bruciarono pubblicamente migliaia di oggetti nella città di
Firenze, durante la festa di martedì grasso,
con incalcolabile danno per l'arte e
la cultura fiorentina rinascimentale.
(Il frate determinò un profondo
ripensamento della cultura precedente, riuscì a fomentare la sommossa che
scacciò Piero il Fatuo restaurando la Repubblica fiorentina, nella cui organizzazione
pare che Savonarola diede un contributo sostanziale. L'avversità di papa
Alessandro VI e di altri stati italiani misero in crisi la popolarità del frate
che, abbandonato dai suoi stessi concittadini, finì per essere scomunicato e
poi condannato al rogo dopo un processo fortemente pilotato, subendo il
supplizio in piazza della Signoria il 23 maggio 1498.)
L'obiettivo di questa furia
distruttiva era l'eliminazione di qualsiasi oggetto considerato potenzialmente
peccaminoso, oppure inducente allo sviluppo della vanità, includendo articoli
voluttuari come specchi, cosmetici, vestiti lussuosi, ed anche strumenti
musicali. Altri bersagli includevano libri "immorali", manoscritti
contenenti canzoni "secolari" o "profane", e dipinti. Tra i
vari oggetti distrutti in questa campagna vi furono alcuni dipinti originali
che trattavano temi della mitologia classica, eseguiti da Sandro Botticelli, che egli stesso provvide a portare sul rogo.
Botticelli fu, insieme a molti altri
artisti come Fra' Bartolomeo e il giovane Michelangelo Buonarroti,
profondamente influenzato dal nuovo clima. Si infransero le sicurezze fornite
dall'umanesimo quattrocentesco, a causa del nuovo e turbato clima politico e
sociale.
Un accenno della perorazione del
Botticelli alla causa savonaroliana si trova nella Cronaca di Simone Filipepi in cui l'artista è rappresentato in
un dialogo in cui trova ingiusta la condanna del frate. Alcune tematiche del
frate domenicano si trovano dopotutto in sue opere più tarde, come la “Natività mistica” e la “Crocifissione simbolica”.
Nell'ultima produzione si affacciò il
dilemma nel contrasto tra il mondo della cultura umanistica, con le sue
componenti cortesi e paganeggianti, e quello del rigore ascetico e riformatore
di Savonarola, che portò l'artista a un ripensamento e a una crisi mistica che
si legge anche nelle sue opere. I soggetti si fanno sempre più introspettivi,
quasi esclusivamente religiosi, e le scene diventano più irreali, con la
ripresa consapevole di arcaicismi quali il fondo oro o le proporzioni
gerarchiche. In questa crisi però si trova anche il seme della rottura
dell'ideale di razionalità geometrica del primo Rinascimento.
Il pittore ormai anziano e quasi
inattivo trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il 17
maggio 1510
(In foto: Bernardino da Siena
organizza un falò delle vanità (1457- 1461),
Agostino di Duccio, Oratorio di San
Bernardino, Perugia.)
da Pinterest |
Buona giornata!!
A venerdi con Crea 5220 #Lyrics
Davide
Cara Carmela, ma è proprio bellissimo.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Grazie Tomaso! Sono temi che fanno riflettere chi è sensibile all'Arte. Un caro abbraccio a voi! Buona serata!
EliminaCarmela e Davide
sempre molto interessanti ed istruttivi i vs post, complimenti
RispondiEliminadomani c'è un post su okanimali che vi ricorderà un articolo, ma non dico di + x ora....ciao
Grazie cara Fiore! Sempre gentile ad avvisarci, passeremo certamente a leggere il post. Ciao! Buona serata a voi!
EliminaDavide e Carmela